Alcune ricette facili e veloci da realizzare per portare questo ingrediente a tavola.
Contrariamente a quanto il nome possa far pensare, i chiodi di garofano sono tutt’altra cosa rispetto al garofano che è possibile trovare in molti giardini italiani: si tratta, infatti, del risultato del processo di essiccazione dei boccioli di Eugenia Caryophyllata, un albero originariamente indonesiano e oggi coltivato in tutta zona tropicale del globo. La loro denominazione così particolare, quindi, deriva dalla peculiare forma che assume il bocciolo essiccato (simile a un chiodo) e alla somiglianza che presenta con il fiore della pianta di garofano.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali, invece, cento grammi di questa spezia contengono - approssimando - circa 280 calorie, 2,5 grammi di zuccheri, 13 di grassi, 34 di fibre, 6 di proteine, 65 di carboidrati e 280 milligrammi di sodio. La loro composizione - fatta di tannini, flavonoidi e triterpeni - ha fatto sì che, durante il Medioevo, questo elemento fosse una delle merci più care e ambite in tutti i mercati proprio per gli innumerevoli impieghi in intrugli e infusi dalle proprietà curative. Seppur con meno entusiasmo, anche la scienza moderna continua a identificare nei chiodi di garofano alcune capacità benefiche.
I chiodi di garofano possiedono un forte potere antinfiammatorio capace di lenire le infiammazioni della bocca come le afte o le gengiviti; aiutano nella digestione se assunti sotto forma di tisana; annientano i germi e i microbi; possiedono una quantità di sostanze antiossidanti tale da aiutare a rallentare l’invecchiamento cutaneo; in forma di olio essenziale aiutano a contrastare il dolore ai denti; masticare un chiodo di garofano può far placare il mal di testa; assumerli a fine pasto dà una mano all’apparato digerente e combatte la nausea o i disturbi intestinali.
Ovviamente, è assolutamente da evitare qualsiasi rimedio fai da te quando si ha a che fare con salute e dolori: il nostro consiglio, dunque, è quello di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e di non cedere in alcun modo alla tentazione di autodiagnosi online.
Ad ogni modo, tra i benefici più leggeri che si discostano da eventuali posologie curative vi è però l’effetto afrodisiaco che i chiodi di garofano avrebbero quando utilizzati in cucina. Crederci oppure no è una questione meramente soggettiva, ma perché non accertarsene di persona preparando qualche pietanza condita di questa spezia? Ecco allora alcune ricette da cui iniziare.
Come detto, se ingeriti sotto forma di tisana i chiodi di garofano possono aiutare a contrastare il senso di nausea o la cattiva digestione a seguito di un pranzo o una cena particolarmente pesanti. Per preparare l’infuso è sufficiente immergere tre o quattro chiodini in un bicchiere d’acqua e versare il composto in un pentolino posto sul fornello. Una volta raggiunto il bollore, bisogna poi spegnere il fuoco e coprire il tutto con un coperchio. Dopo cinque-dieci minuti, la tisana è pronta per essere gustata.
Piccolo consiglio extra: per massimizzare l’effetto della bevanda è possibile aggiungere un piccolo rametto di rosmarino nell’acqua e seguire il medesimo procedimento.
Oltre alla tisana, i chiodi di garofano possono essere inseriti nella preparazione di verdure saltate in padella per dare un twist in più al piatto: le carote si prestano molto bene in questo senso. Per realizzarle basta pelarle e sbollentarle in acqua calda e salata per qualche minuto. Dopo averle scolate, è necessario versare 2 o 3 cucchiai d’olio in una padella antiaderente e lasciarlo insaporire con della cipolla tritata o una spolverata di chiodi di garofano pestati. A questo punto è sufficiente versare all’interno della padella le carote e portarle a cottura. La medesima ricetta, poi, è replicabile con la maggior parte delle verdure come le zucchine, la zucca e gli asparagi.
Dare un tocco in più a un piatto di riso bollito è semplicissimo grazie alle spezie. Prima di versare la quantità di riso venere o basmati di cui si ha bisogno, infatti, si può aggiungere all’acqua uno o due baccelli di cardamomo (o anice stellato) e tre chiodi di garofano. Affinché sprigionino tutti i loro profumi, però, è necessario che questi elementi vengano immersi prima di accendere i fornelli in modo che il tempo necessario a raggiungere il bollore permetta loro di aromatizzare l’acqua. Quando questa bolle, infine, non resta che calare il riso e attendere il tempo di cottura indicato nella confezione prima di scolarlo e impiattarlo condendolo con un giro d’olio a crudo.
Per dei biscotti o delle crostate particolari con un retrogusto ai chiodi di garofano è sufficiente realizzare la frolla impastando 350 grammi di farina, 80 grammi di burro, 150 grammi di zucchero di canna, un uovo intero, un cucchiaio di miele, mezzo cucchiaino di bicarbonato e una spolverata di chiodi di garofano in polvere più o meno abbondante a seconda dei propri gusti.